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Transcription

La Protesta del Popolo delle Due Sicilie Luigi Settembrini (Napoli, 17 aprile 1813 –4 novembre 1876), autore della Protesta, archivio storico on line del senato della Repubblica. La Protesta del Popolo delle Due Sicilie di Luigi Settembrini fu il manifesto di denuncia del ceto intellettuale meridionale contro il regime assolutistico di Ferdinando II di Borbone alla vigilia della rivoluzione napoletana del 1848. L’opera venne scritta da Settembrini, ma fu stampata e messa in circolazione, nell’estate del ’47, grazie al contributo corale di esponenti significativi del ceto intellettuale attivo a Napoli negli anni ’40, come Giuseppe Del Re, Carlo Poerio, Mariano d’Ayala, Michele Pironti. Il pamphlet si scagliò contro l’amministrazione borbonica, puntando il dito contro gli abusi, l’inefficienza e la scarsa competenza osservata a tutti i livelli della burocrazia, dai responsabili dei ministeri agli uscieri passando per le spie di polizia. La critica evocò i giudizi negativi rivolti all’amministrazione borbonica da parte degli ambasciatori che si trovavano alla corte di Ferdinando II di Borbone e dagli esponenti conservatori del governo napoletano. La Protesta raggiunse un largo successo di pubblico grazie ai dispositivi retorici che utilizzò: gli insulti coloriti rivolti ai ministri, la velocità e ritmicità della prosa, il racconto di aneddoti di abusi e sopraffazione di cui si erano resi responsabili gli stessi ministri. Nel complesso, si trattò di un discorso che avvicinò e appassionò i lettori perché non solo informò e denunciò le cariche politiche, ma svolse funzioni di intrattenimento e di “livellamento sociale” tipiche di generi popolari come la satira.

Translation

The Protest of the People of the Two Sicilies by Luigi Settembrini (1813-1876) was the manifesto of the southern intelligentsia against the absolutist regime of Ferdinand II on the eve of the 1848 revolution. The work was written by Settembrini in the summer of 1847, but was printed and put into circulation thanks to its celebrity amongst such prominent advocates of the Neapolitan intelligentsia as Giuseppe Del Re, Carlo Poerio, Mariano d’Ayala, and Michele Pironti. The pamphlet railed against the Bourbon bureaucracy, decrying corruption, inefficiency, and incompetence observed at all levels of the administration, from the institutional leadership to the ushers, reaching all the way to the police informants. This critique evoked a condemnation of the government by the guests of Ferdinand II’s court and conservatives within the Neapolitan government. The Protest achieved great critical acclaim largely due to the rhetorical devices it employed: the colourful insults directed at the ministers, the pace and rhythm of the prose, the use of anecdotes of abuse and oppression for which government officials were to blame. Overall, the Protest was an impassioned discourse that appealed to its audience. It not only informed readers, whilst denouncing political offices, but also served as entertainment. It was a form of ‘social leveling,’ typical of popular genres such as satire.